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Tenore o baritono?

01/07/2011
Carissima Giulia,
Ha un sito molto educativo.
Volevo porLe alcune questioni se me le concede.

La prima: Cantare nel coro quando si studia da solista può essere nocivo ad un normale apprendimento?
Premetto: Canto da 15 anni almeno, in cori lirico/polifonici, con un repertorio che va da Palestrina a Britten.
Solo l'anno scorso ho iniziato con un insegnante a studiare per cantare da solo.

Seconda: Scelgo il mio insegnante di canto solo dopo averlo sentito cantare. Faccio bene? Mi da la sua
opinione per cortesia?

Terza: Ascoltarsi é essenziale. Quale è secondo Lei il metodo migliore per farlo oltre che la registrazione?

Quarta: Esiste una maniera certa per distinguere un baritono da un tenore?
Le spiego: Dopo mezz'ora di vocalizzi la mia voce si ammorbidisce, la posizione si alza, si rende più estesa e gli insegnanti hanno dei dubbi.
La ringrazio della sua disponibilità.
Luigi


Caro Luigi, grazie per le questioni che mi poni, tutte interessanti.
Comincio dall'ultima:
Capita spesso di non poter "classificare" con certezza una voce, specie in riferimento a chi studia da poco oppure per chi, appunto, come te, canta in un coro.
Questo perchè il cantare esclusivamente in un coro non consente alla voce un pieno sviluppo sia in estensione che in "corpo".
Spesso ci si affida al "colore" ma più spesso alla necessità (comunissimo vedere soprani che messi tra i mezzosoprani e baritoni  tra i tenori a causa della scarsità dei due tipi vocali). Così come può accadere all'inizio dello studio, salvo imbattersi in voci definite in modo lampante. Per un altro verso, cantare in un coro è altamente formativo. In realtà la classificazione della voce è, come tutte le classificazioni, uno strumento pratico creato a posteriori e serve principalmente ad indirizzare il cantante verso la scelta del repertorio giusto. Non è, come spesso si crede, una mera questione di estensione, giacchè, ad esempio in ambito femminile, questa è molto simile tra le tre voci.  Diciamo che ogni voce ha un suo "centro" indipendentemente dall'estensione, e l'obiettivo dello studio è quello di trovare questo "centro" intorno al quale gravitare, per ottenere il massimo in termini di sviluppo ed efficienza vocale. Continua a studiare tranquillamente il repertorio dei primi anni: con pazienza e con gli giusti stimoli (ma ovviamente con un buon insegnante) la tua voce troverà la sua strada.

Riguardo alla prima questione credo di averti già risposto.

Sulla scelta dell'insegnante: non basta che sappia cantare. Deve avere doti di empatia, un orecchio raffinato, e... sapersi esprimere. Non sorridere: spesso gli insegnanti di canto non si fanno capire, si affidano a immagini personali o a concetti astrattissimi. E' importante che un insegnante mantenga sempre viva la propria conoscenza, aggiornandosi e sperimentando, oltre che nei contenuti tecnici e musicali, nella capacità di trasmetterli. Questa è la mia opinione.

Sull'ascolto: è un punto nodale. Direi che ascoltar bene è un'arte quasi come cantar bene. Registrarsi con un apparecchio di qualità ed esercitare continuamente l'ascolto in modo che sia sempre "attivo" e aiuti l'autovalutazione e l'autocorrezione: ci vuole molto tempo e moltissimo impegno per riuscirci al meglio. Ma è solo questione di esercizio e attenzione.
Spero di averti dato qualche spunto.

Un abbraccio e a presto
Giulia

 
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