NORMA di Vincenzo Bellini - Trama, Libretto, Opera completa e Personaggi
Norma è un'opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia "Norma, ou L’Infanticide" di Louis-Alexandre Soumet.
L'Opera debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre del 1831, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832.
Il debutto dell'Opera fu un fiasco, dovuto a circostanze artistiche (l'indisposizione del soprano Giuditta Pasta) e alla presenza in Teatro di una claque avversa a Bellini e a Giuditta Pasta.
Il soggetto, è ambientato nelle Gallie, al tempo dell'Impero Romano, e presenta espliciti legami con il mito di Medea.
L'opera, incentrata sulla protagonista, divenne il cavallo di battaglia di alcuni grandi soprani del passato, tra cui Maria Callas, Joan Sutherland e Montserrat Caballé. Tuttavia la poliedricità del personaggio e della sua vocalità ne fanno uno dei ruoli più impervi per voce di soprano, tanto che l'opera è oggi più famosa che rappresentata.
- Pollione, proconsole di Roma nelle Gallie - tenore
- Oroveso, capo dei druidi - basso
- Norma, sacerdotessa, figlia di Oroveso - soprano
- Adalgisa, giovane ministra del tempio di Irminsul - soprano
- Clotilde, confidente di Norma - soprano
- Flavio, amico di Pollione - tenore
- Due fanciulli, figli di Norma e Pollione - recitanti
- Druidi, Bardi, Eubagi, sacerdotesse, guerrieri e soldati galli
- ATTO I
Adalgisa si sente colpevole per aver mancato al suo giuramento di castità; chiede quindi un colloquio con la sacerdotessa Norma.
Norma, riconoscendo nella giovane Adalgisa il proprio peccato, la libera dai voti. Infine Norma le chiede chi sia il suo amato; Adalgisa le indica Pollione, che sta sopraggiungendo proprio in quel momento. Norma, in preda alla collera, svela tutto a Adalgisa, la quale respinge Pollione.
- ATTO II
I Druidi, guidati da Oroveso, meditano da lungo tempo di rivoltarsi contro Roma; Norma era sempre stata contraria a questa ipotesi, ma quando viene a sapere che il colloquio di Adalgisa con Pollione non ha dato i risultati sperati, dichiara guerra a Roma.
La guerra ha bisogno di una vittima sacrificale da immolare a Dio; Norma, già sapendo chi sacrificare, si accinge a pronunciarne il nome, quando arriva la notizia che un'intruso romano è stato catturato. Si tratta di Pollione, venuto a rapire e portare in salvo la sua amata Adalgisa.
Norma trattiene la collera e chiede di rimanere sola con il prigioniero. Rimasta sola con Pollione, gli propone la libertà (e la vita) a patto che lasci Adalgisa. Quando il proconsole rifiuta l'offerta, Norma richiama tutti a raccolta per proferire il nome della vittima sacrificale: si tratta di una sacerdotessa che ha rotto i suoi voti e tradito la Patria. Poco prima di pronunciare il nome, si rende conto che i peccati che attribuisce a Adalgisa sono anche i suoi. Decide quindi di sacrificarsi e pronuncia il proprio nome.
Pollione alfine, capisce la grandezza del gesto compiuto da Norma e decide di morire con lei. Norma confida in segreto al padre Oroveso di essere madre di due figli; gli chiede quindi di prendersi cura di loro e di fuggire a Roma, lontano dalla guerra, insieme a Clotilde.
L'opera si conclude con Norma che sale sul rogo insieme a Pollione.
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