Maestro venerato ed amatissimo, vorrei parlarvi per l'ultima volta.
La notizia della vostra morte mi raggiunse lontano. Partii a precipizio, arrivai di notte a Catania, passai davanti alla vostra casa.
Salii le scale - quelle scale da me tante volte fatte, sulla sommità delle quali trovavo voi sempre sorridente pronto ad accogliermi con un paterno abbraccio - vidi l'uscio spalancato. Da dentro giungevano echi di pianto, suono di parole dette sottovoce, un opprimente profumo di fiori, l'odore dei ceri accesi. Non volli entrare. Ridiscesi le scale con le gambe che parevano di piombo.
Un nodo terribile mi serrava la gola. Non sapevo, non potevo piangere. La tremenda realtà impediva ogni sfogo al mio dolore. Ora penso che è difficile parlare di voi. Da mezz'ora scrivo e cancello. Non so come cominciare.
Preferisco rivolgervi la parola come quando eravamo insieme chiusi dentro il vostro studio.
Questo, o maestro, è l'ultimo colloquio che ho con voi.
Ma vorrei che fosse ascoltato dai catanesi perchè essi possano conoscere la vostra cara, paterna bontà, apprezzare le vostre virtù. E son certo che la conoscenza della vostra mirabile umanità renderà degna la vostra memoria d'essere venerata e circondata da quel geloso e religioso amore che i catanesi hanno per quei grandi spiriti di cui Catania, è stata sempre madre feconda.
...Solo conoscendo le vostre virtù umane si possono comprendere e penetrare quelle artistiche. In voi l'artista e l'uomo sono stati sempre strettamente legati, indissolubilmente fusi: l'uno illumina e determina l'altro.
Questo io compresi la sera in cui vi venni presentato da un amico comune.
Conoscevo moltissima musica vostra, ne ammiravo la squisita eleganza melodica, la raffinatezza armonica, la quadrata forbitezza formale. Ma solo conoscendovi di presenza compresi che dal vostro spirito non poteva emanare che un'arte che fosse lo specchio della vostra sensibilità, della vostra sincerità, della vostra personalità. Vedendovi mi parve che vi conoscessi chissà da quanto tempo, certamente da quando - ancor fanciullo - cominciavo a decifrare, al pianoforte, i vostri squisiti pezzi. E ve lo dissi. Voi sorrideste; per gentilezza forse (solo più tardi appresi che le lodi vi infastidivano). Dopo, guardandomi coi vostri occhi chiari, lo sguardo diritto e indagatore avrà certamente letto la mia sincerità. Tornaste a sorridermi ancora, ma più dolcemente, paternamente quasi.
...
Fui ammesso alla vostra presenza. Si stava lunghe ore dentro il vostro studio. Ordinatissimo, elegantissimo anch'esso rispecchiava l'equilibrio e la raffinatezza del vostro gusto.
E quando vi dicevo che quello era il vostro mondo, un mondo in cui la vostra sensibilità aveva tracciato i confini invalicabili, voi sorridevate con tristezza.
- Anche questo è un modo per dirmi che son molto vecchio. -
Ma non lo siete stato mai, vecchio.
In voi l'esperienza aveva piegato la tecnica al dominio della fantasia e dell'invenzione.
Eravate padrone della materia e dotato d'una inesauribile vena creativa.
La musica era diventata un bisogno, un mezzo per espandere la vostra feconda sensibilità.
Starvi vicino era una gioia dello spirito.
Cominciaste a volermi bene, un pò più degli altri e me lo dicevate
nascondendo con un sorriso scherzoso questa vostra affettuosa
affermazione. Ero il più giovane dei vostri amici, ne credevo di
possedere delle eccezionali qualità meritevoli di tanta attenzione.
Ci trovavamo spesso, nel vostro studio, insieme col povero Emanuel Calì.
E le ore scorrevano lietamente. I vostri occhi, posandosi su ognuno di
noi, sembravano accarezzarci paternamente.
...continua |
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Piero Rizzo, pronipote di Francesco Paolo Frontini, ha lavorato e lavora instancabilmente al suo sogno più ambizioso: rappresentare l'Opera "Malìa", scritta da Frontini su libretto di Luigi Capuana.
Impressionante la mole di materiale musicale, fotografico e di testimonianze che ha raccolto in questi ultimi due anni. Il suo lavoro su Frontini gli è valso il PREMIO WIKIMEDIA MUSICA 2009
La serata del 28 Ottobre ha dato il via concretamente alla riscoperta di Frontini, finalmente eseguito, ascoltato, unanimente apprezzato.
Rappresentare un'Opera "sconosciuta" oggi è cosa non facile e necessita di molte e singergiche forze.
Cantare l'Opera® sostiene dall'inizio il progetto di Piero Rizzo e si rende disponibile a fare da tramite per rendere possibile il successo di questa iniziativa che contribuirebbe a restituire al Compositore Frontini la fama che merita, e al patrimonio musicale Siciliano e Italiano un Artista ingiustamente dimenticato.
Teatri, Direttori Artistici, Accademie, Orchestre, operatori del settore, appassionati, Siciliani con l'orgoglio della loro terra: chi voglia dare il proprio contributo artistico, progettuale, organizzativo, personale per la realizzazione del "Progetto Malìa" scriva a: redazione@cantarelopera.com
Tutto su FRONTINI: http://frontini.altervista.org/index.htm
LEGGI L'INTERVISTA a PIERO RIZZO su CANTARELOPERA.COM - GIUGNO 2009
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Ora penso, con un brivido tormentoso, che passando dalla vostra casa non
potrò mai più scorgere da dietro i vetri, la vostra cara figura. ..Salendo
troverò il vostro studio intatto come l'avete lasciato: ordinatissimi i
libri rilegati dentro le librerie, ordinatissimi i quadri disposti da
voi, forse ci saranno sul pianoforte e sullo scrittoio i fiori che a voi
tanto piacevano.
Ma nessuno più verrà a chiamarvi per dirvi che vi sto attendendo,
nessuno potrà mai più farvi tornare, o maestro venerato, nemmeno questo
disperato amore che mi riempie gli occhi di pianto.
Francesco Pastura,
Il Popolo di Sicilia, 1939 |